Credo che sui mobili ci sia davvero tanta confusione.
Negli anni si sono susseguiti innumerevoli materiali nel mondo dei mobili, ognuno dei quali con pregi e difetti differenti, ma sicuramente nati per un solo scopo: ESSERE IL MIGLIO PIANO DI LAVORO PER LA TUA CUCINA.
Impossibile.
Si tende a pensare che esistano materiali migliori o peggiori in assoluto, quando in realtà esistono materiali che si adattano di più o di meno alle tue esigenze.
Di solito quelli che costano di più vengono considerati più durevoli e adatti ad un range di esigenze superiori, ma spesso così non è!
Ci si ritrova con un prodotto che in fin dei conti non soddisfa appieno e il mobiliere non vede ritornare un cliente a distanza di anni per comprare altri arredamenti.
È giunta l’ora di fare chiarezza!
Molto spesso la differenza la fanno le domande poste ai clienti, con l’intento di capire l’uso che fanno della cucina e quali siano le abitudini ormai radicate e costruite negli anni.
Sicuramente si possono dividere i top in “famiglie” di materiali per piani cucina:
Ognuna di queste “famiglie” di materiali per top cucine può raccogliere al suo interno altri sottogruppi, che si differenziano parecchio l’uno dall’altro (non entreremo nel dettaglio dei singoli sottogruppi poichè dedicheremo il giusto spazio ad ogni singolo materiale in altri articoli), ma andiamo per ordine!
Cos’è il top in laminato?
Forse sono i più conosciuti e i più “longevi”.
Tutti sanno cosa c’è dentro, ma in pochi sanno che esistono truciolari e truciolari.
Ormai i truciolari di buona qualità hanno un basso contenuto di formaldeide arrivando ad un livello E1 o E0 in alcuni casi (più bassa è la classe minore è l’emissione), ma soprattutto vengono impregnati con materiali che li rendono molto più resistenti all’acqua rispetto al passato.
Bisogna fare comunque attenzione, perchè è sicuramente resistente all’acqua, ma senza esagerare: purtroppo se il materiale è sottoposto per un tempo prolungato ad eccessiva umidità, quest’ultimo può “gonfiare” poichè il legno al suo interno, assorbendo l’umidità circostante, aumenta il proprio volume finendo per far scollare i bordi. Questa è una situazione limite, che con un po’ di attenzione può facilmente essere evitata, asciugando il top senza lasciare troppa acqua in prossimità degli elettrodomestici o sulle giunzioni dei top in angolo.
Bisogna prestare inoltre attenzione alle alte temperature: sul top in laminato non si può infatti posizionare una pentola appena tolta dal fornello, o una leccarda appena sfornata, poichè il materiale potrebbe sciogliersi a causa delle alte temperature.
Fino ad ora abbiamo visto le problematiche del laminato, ma vediamo insieme i PRO.
Il laminato è di gran lunga il materiale più economico e versatile. Ha infatti una pressoché infinita scelta di colori, che molto spesso possono essere abbinate ad ante o vani a giorno delle cucine, creando effetti estetici decisamente accattivanti.
Resiste molto bene allo sforzo verticale grazie alla sua duttilità, motivo per il quale viene spesso utilizzato per creare isole o penisole con snack a sbalzo o sospese. La stessa duttilità lo rende anche molto resistente agli urti e alle sollecitazioni, e grazie ai pannelli utilizzati nella produzione è anche possibile averlo in diverse dimensioni e spessori (20, 40, 60, 80 mm).
Che materiale è la hpl?
Da qualche anno, sempre più spesso si trova nelle esposizioni questo materiale di cui si conosce troppo poco.
La sua storia nasce negli anni 60 da un noto produttore dell’epoca specializzato in cucine (Salvarani), che inventò questo processo produttivo che serviva ad avere un materiale che potesse inserirsi in una nicchia di mercato tra laminato e minerali (ai tempi graniti o marmi).
Purtroppo ai tempi fu un prodotto talmente innovativo da far paura e non ebbe il risultato aspettato, finendo accantonato, fino a quando una decina di anni fa l’industria dei bagni lo “provò” in spazi diversi rispetto a quelli pensati inizialmente, riscuotendo un buon successo, per poi ritornare solo 5 o 6 anni fa nel mondo delle cucine.
L’ HPL (HIGH PRESSURE LAMINATE) altro non è che il risultato di una pressofusione di vari strati di resine (stratificato) a cui viene inserita una lamina aggiuntiva della finitura e del colore desiderati per dare un effetto pietra, marmo, legno, opaca.
Questo materiale, non avendo più la solita “anima in truciolare” presente nel laminato, è completamente idrorepellente, riesce a resistere a temperature fino a 180°C e, non essendo minimamente poroso, è adatto al contatto con il cibo grazie anche alla facilità di pulizia.
Questi top di solito vengono presentati con spessore 12 mm, ma possono arrivare fino a 20 mm, oppure essere scatolati per raggiungere dimensioni anche fino a 200 mm.
Che materiale è il quarzo?
Fino a qualche anno fa erano i prìncipi delle superfici tecniche, e rappresentavano l’evoluzione dei piani minerali come graniti o marmi.
Il piano in quarzo altro non è che un agglomerato di materiali inerti e resina, commercializzato da innumerevoli aziende più o meno note (Okite, Silestone,..).
In base al nome, ed ovviamente all’azienda produttrice, può cambiare il rapporto tra materiale inerte (80-95 % del totale) e resina, non cambiandone la forma.
In alcuni casi all’interno di questa miscela possono essere inserite varie pigmentazioni, oppure graniglie più o meno fini, fino ad arrivare all’inserimento di veri e propri cristalli, chiamati Star light.
Le dimensioni delle lastre arrivano fino ad una dimensione di 1200×3100 mm per spessori di 20 o 30 mm, ma è possibile, come per altri materiali, avere spessori superiori creando moduli scatolati (con anima in legno), che le rendono più leggere e meno delicate durante il traporto).
I trattamenti a cui sono sottoposte queste lastre, rendono il materiale idrorepellente, e adatto al contatto con il cibo, poichè hanno un indice di porosità prossimo allo zero, ma questo non vuole dire che non siano soggette a macchie.
Infatti nonostante gli innumerevoli trattamenti a cui vengono sottoposte, possono essere penetrate da sostanze acide o oleose, soprattutto se esposte per lunghi periodi, creando antiestetici aloni.
Un altro enorme errore che si compie frequentemente, è quello di appoggiare pentole o caffettiere sul top in quarzo appena tolte dal piano cottura.
E’ doveroso ricordare come questo piano di lavoro sia “tenuto insieme” da resine sintetiche sensibili alle alte temperature. Questa caratteristica può portare a variare il colore della superficie del piano a contatto con i fondi estremamente caldi di pentole o caffettiere.
Nella scelta di questi materiali, come in quella di tutti i materiali estremamente rigidi, bisogna tenere in considerazione che questa rigidità può portare le superfici esterne (i bordi) ad essere sottoposte ad episodi di perdita di materiale (sbeccatura) in seguito ad un urto con altri materiali (come pentole o posate).
Cosa sono le superfici compatte?
Questo gruppo di materiali comprende tutte le superfici che hanno come filo conduttore la rigidità e la resistenza al taglio (molto spesso anche alle alte temperature).
Tra i più conosciuti possiamo menzionare le Ceramiche o i Gres, il Dekton, il Corian (SOLID SURFACES), ma ce ne sono molti altri!
Questi materiali sono dei composti artificiali ottenuti dalla combinazione in percentuali diverse di polimeri acrilici e minerali o ceramiche.
Questa famiglia è davvero vastissima, la più vasta in assoluto, e si differenzia per caratteristiche tecniche più o meno particolareggiate, quali proprietà antibatteriche, altissima resistenza al calore, personalizzazione delle finiture, resistenza ai tagli, etc…
Anche in questo caso le dimensioni disponibili sono abbastanza assortite, come anche gli spessori, che vanno dai 12 mm fino a scatolati ad alti spessori, facendo attenzione al fatto che le “lastre” in commercio spesso non superano i 305 cm di lunghezza.
A molti potrebbe sembrare un dato di poco conto, ma se la cucina avesse uno sviluppo di top lineare superiore a quella dimensione bisognerebbe dividere in due il top, con la spiacevole incombenza da parte dell’arredatore di dover decidere in che punto fare questo giunto, tra le maledizioni dei montatori (spesso rendere stabile la superficie di giunzione fra i due top diventa complicato).
Senza ombra di dubbio potremmo definire questa famiglia come la più tecnica, ma ovviamente tutto ha un rovescio della medaglia. In questo caso bisogna parlare di costi considerevoli (anche se spesso i mobilieri hanno delle promozioni che permettono di calmierare di poco i prezzi), e di un altro punto debole di cui tener conto: un materiale estremamente rigido è anche molto soggetto (soprattutto nei bordi) alle “sbeccature”, cioè a delle fessurazioni, con conseguente perdita di materiale, a seguito di un urto con utensili da cucina, o con semplici pentole.
Ci tengo a sottolineare quest’aspetto, lo faccio anche quando propongo e illustro i materiali nelle cucine, perchè spesso la rottura è irreversibile e il danno ingente.
Oggi esistono inoltre altre tipologie di top poco utilizzate come il legno massello, l’inox o le pietre naturali (minerali).
Di solito hanno costi abbastanza alti, a discapito di prestazioni relativamente degne di nota, avendo quindi un rapporto qualità prezzo (o forse sarebbe meglio dire un rapporto tra pro e contro) decisamente basso.
Questi materiali vengono ormai utilizzati da persone che, amandoli, decidono consapevolmente di acquistare un prodotto con evidenti problematiche di manutenzione (come ad esempio il legno o il marmo), ma apprezzandone l’estetica e il calore.
Abbiamo terminato la nostra infarinatura sui materiali dedicati ai top della cucina. Questa non vuole essere una guida alla scelta, ma semplicemente una prima considerazione che vi permetta di arrivare con una consapevolezza superiore davanti ad un arredatore, avendo già masticato alcuni di questi termini.
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